http://www.novecentoletterario.it/correnti/futurismo.htm Questo link vi porterà direttamente alle biografie dei protagonisti del Futurismo.
Filippo Tommaso Marinetti
Il Futurismo fu fondato da Filippo Tommaso Marinetti a Parigi nel 1909, anno in
cui sul “Figaro” apparve il primo “Manifesto del Futurismo”. Il Futurismo pertanto attecchì subito nell’ambito delle belle arti e poi della
musica. Il primo aspetto di questo movimento fu la esplicita ribellione e il rifiuto
totale della cultura presente e della tradizione, che si espressero nella
volontà di distruzione di tutto ciò che apparteneva al passato. Il futurista pertanto si sentiva proiettato in avanti e vivente “già
nell’assoluto” e in nessun modo intendeva volgere il suo sguardo al passato. I futuristi poi ebbero una visione esaltata del progresso che si espresse
nell’ammirazione della macchina, intesa sia come strumento della produzione
industriale, sia come semovente, la cui entusiasmante caratteristica era
considerata la velocità. Così essi poterono per un verso volgersi al “vibrante
fervore notturno degli arsenali”, e per un altro dichiarare che un’automobile da
corsa, “col suo cofano adorno di grossi tubi” (quelli cromati che conducono i
gas di scarico del motore) è più bella persino della Vittoria di Samotracia.
Osservando il mondo del lavoro compresero anche l’imminenza di uno scontro
violento tra capitalismo e forze organizzate del proletariato e si dissero
pronti a cantare “le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere e dalla
sommossa” perché “non v’è più bellezza se non nella lotta”. Anticipando poi
certi aspetti dello squadrismo fascista proclamarono il disprezzo del pericolo.
http://www.poesie.reportonline.it/Poesie-di-Filippo-Tommaso-Marinetti/si-si-cosi-laurora-sul-mare-di-filippo-tommaso-marinetti.html
Questa è la poesia “Si, si così” di Filippo Tommaso Marinetti.
http://www.classicitaliani.it/novecent/marinet.htm
In questo sito troviamo “Il Manifesto del Futurismo“.
Aldo Palazzeschi
Aldo Giurlani, che in arte si firmò Palazzeschi riprendendo il cognome della nonna materna, nacque a Firenze nel febbraio del 1885
da una famiglia di commercianti: Aldo e Amalia Martinelli. Dopo le scuole elementari, frequentò l’Istituto tecnico di Firenze e poi si iscrisse alla Scuola superiore di commercio di Venezia. Sennonché nel 1902 passò alla scuola di recitazione di Luigi Rasi di Firenze. Nel 1905 entrò a far parte della Compagnia dei giovanissimi di V. Talli ma, dopo un fiasco subito nel debutto a Bologna, abbandonò l’idea di fare l’attore dedicandosi completamente invece alla letteratura. Quando pertanto Marinetti lo invitò ad unirsi al suo gruppo, rispose positivamente. Fece dunque parte del movimento futurista partecipando attivamente con articoli e presenziandone le manifestazioni pubbliche. Nel 1913 tuttavia cominciò la sua collaborazione anche con le riviste Lacerba e La Voce. Quando poi, scoppiata la prima guerra mondiale, i futuristi si schierarono a favore dell’intervento dell’Italia, egli si pose in posizioni di dissenso con i suoi amici sino ad arrivare alla rottura definitiva con lo stesso Marinetti. Entrata in guerra anche l’Italia fu arruolato ed assegnato al servizio territoriale che svolse prima a Firenze, poi a Roma e a Tivoli. A Roma si trasferì definitivamente nel 1941, dopo la scomparsa dei genitori, e nella capitale continuò a vivere fino alla sua morte, sopravvenuta nel 1974, salvo parentesi di viaggio a Venezia e a Parigi.
http://www.poesieracconti.it/poesie/a/aldo-palazzeschi
Queste sono alcune poesie di Aldo Palazzeschi.
http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-38384
Questa è la poesia La fontana malata.
Gian Pietro Lucini
Lucini nacque a Milano nel settembre del 1867 da nobile famiglia. Si laureò in giurisprudenza, ma ebbe interesse anche per la matematica, la medicina e soprattutto la letteratura. Fin dalla giovinezza fu colpito dalla tubercolosi e con questa malattia convisse sino alla morte sopravvenuta nel 1914. Dotato di un forte carattere, assunse in politica posizioni estreme, fu infatti anarchico, antimilitarista, antiborghese e anticristiano. Mostrò una particolare sensibilità nei confronti delle classi subalterne e degli umili, tanto che volle scrivere “Maggio di sangue” per ricordare i moti milanesi del ‘98, quando contro i milanesi scesi in piazza per dimostrare contro l’aumento del prezzo del pane furono mandati dei soldati comandati dal generale Bava Beccaris che non esitò a far uso delle armi da fuoco. Vi leggiamo: “Maggio di sangue cantiam la clemenza delle mitragliatrici / Maggio d’obrobrio, cantiamo il coraggio dei paurosi armati / contro all’inermi: o Maggio rosso, cantiamo li Haynau italici / per le città lombarde” versi certamente brutti, ma espressione di una reale indignazione. Per le sue idee politiche, espresse in taluni scritti, fu anche più volte incriminato ed una volta sfidato a duello da un ufficiale.