Riassunto sull’unità 9.

Il nuovo stato della Germania, dopo la sconfitta della prima guerra mondiale, divenne una Costituzione ma le situazioni politiche, economiche e sociali erano molto difficili : ci furono numerose ribellioni da parte dei socialisti rivoluzionari e comunisti, un notevole numero di disoccupati e le contestazioni sulle dure condizioni dei trattati di pace da parte dei nazionalisti. Così, dopo le grandi spese militari e i debiti che la Germania doveva pagare ai Paesi vincitori, il valore della moneta tedesca aumentò così tanto che se per esempio all’inizio una piccola razione di pane costava un marco (la moneta tedesca), in quel momento ne sarebbe costato due milioni. In sintesi la crisi era molto profonda e le condizioni di vita molto difficili. Nell’anno 1920, Adolf Hitler, un politico austriaco, fondò il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, per noi noto come Partito nazista. Questo partito era ispirato ad idee razziste (antisemite maggiormente) e nazionaliste. Sintetizzando Hitler voleva un grande stato tedesco e apportò modifiche al trattato di Versailles e in politica interna usò la discriminazione razziale contro gli Ebrei e gli immigrati e così riformò socialmente il popolo. Questa sua teoria sul Nazismo sosteneva che la “razza” pura e superiore fosse quella dei popoli del Nord, ossia degli ariani. Hitler nel 1933 divenne cancelliere, cioè il capo del governo, e con le sue squadre armate naziste incuteva violenza e terrore contro gli avversari politici. Egli persino sospese la Costituzione e inquadrò tutti i lavoratori sul Fronte tedesco del lavoro. Così in Germania nacque il Terzo Reich, ovvero un impero. Hitler aveva in mente un obiettivo : il dominio del mondo. Egli fece progredire quindi l’agricoltura e riarmò il Paese. Così, gli Ebrei, che erano considerati la causa della crisi economica della Germania, non furono soltanto discriminati : gli insegnanti vennero cacciati dalle scuole e dalle università tedesche. Dal 1938, la persecuzione ebrea divenne sempre più forte : intere famiglie venivano inviate nei Lager, duri campi di concentramento. Ostile fu anche la “notte dei cristalli”, in cui vennero distrutti migliaia e migliaia di negozi e abitazioni ebree. La grande crisi portò anche altre nazioni europee ad affermare dei regimi dittatoriali, come in Spagna, Portogallo, Iugoslavia e Austria. Due furono gli stati conservatori di una democrazia : Inghilterra e Francia. Però esse dovettero al contempo affrontare delle situazioni un po’ difficili a causa dell’aspirazione all’indipendenza di alcuni popoli di questi imperi. Questa incertezza, favorì però le politiche di Hitler (Germania) e di Mussolini (Italia).

Uscirono vincitori dalla prima guerra mondiale gli Stati Uniti, che avevano saputo sostenere un impegno economico e militare; così l’economia statunitense si sviluppo sempre di più, facendo persino cambiare l’aspetto delle città in modo ancor più positivo. Ma tutto questo non durò a lungo, perchè iniziarono a sorgere numerosi squilibri in ambito economico, perchè la Borsa non era abbastanza controllata e regolata dal governo federale. Così le azioni che venivano comprate e vendute alla borsa di New York aumentavano. Fu così che nel 1929 ci fu la grande crisi : il crollo della Borsa di New York, causata dall’aumento della produzione delle merci che rimanevano invendute e le azioni cessarono di salire. Le banche si ritrovarono bloccate in merci ferme nei magazzini e nacque la paura di non poter recuperare più il denaro che avevano prestato o speso. Il crollo della Borsa di New York avvenne proprio il 24 Ottobre 1929. La crisi non investì solo gli Stati Uniti, ma anche l’Europa : le industrie avevano molti debiti con le banche  e licenziavano quindi gli operai delle fabbriche, così aumentarono i disoccupati. Tutto questa crisi che poi si propagò anche al resto del mondo venne causata proprio dal fatto che tutti coloro che commerciavano con gli Stati Uniti avevano perso la loro clientela. Durante questo periodo di grande crisi (1932) , si tenne la campagna elettorale per il nuovo presidente, che avrebbe dovuto far fronte a questi gravi problemi e riuscire ad alleviarli. Fu eletto Franklin Delano Roosevelt, un ottimo presidente che avviò una nuova politica, che venne chiamata del “New Deal”. Esso si basava su un idea fondamentale : per far ripartire l’economia bisognava risolvere il problema della disoccupazione, perchè chi avrebbe avuto un lavoro e quindi una paga, avrebbe potuto anche affrontare certe spese economiche e quindi acquistare ciò che si produce. Vennero non solo assunti lavoratori nelle aziende e nelle fabbriche, ma venne affidato il lavoro di costruire nuove opere pubbliche. Anche se lo Stato avrebbe dovuto fronteggiare grandi spese per le opere di bonifica del territorio, Roosevelt seppe ingegnosamente pensare che lo Stato avrebbe potuto imporre nuove tasse dopo un’economia risanata e quindi pagare i debiti. L’obiettivo di Roosevelt era costruire un “capitalismo democratico”: lo Stato sarebbe stato il regolatore della vita economica e anche il mediatore tra gli interessi di capitalisti e lavoratori;  egli impose inoltre un rigido controllo sulle attività bancarie, fondò la legislazione sociale a favore dei disoccupati e così intervenne molto nel settore lavorativo.

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